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Antonella Ruggiero
Libera Store

Data di uscita : 27 Mag 2003
Tipo Album :
Tracklist:
  1. Il bravo giardiniere (P. Milzani, A. Ruggiero - P. Milzani)
  2. Il serraglio (P. Milzani, A. Ruggiero - S. Pozzoli)
  3. Di un amore (A. Volpe, A. Ruggiero - A. Volpe)
  4. E ti ritrovo (P. Milzani, L. Ferrario - L. Ferrario, M. Grilli)
  5. Idea gentile (L. Ferrario, M. Grilli)
  6. E direi che non c’è (P. Milzani, A. Ruggiero - L. Ferrario, M. Grilli)
  7. L’essenzialità (P. Milzani, A. Ruggiero - L. Ferrario, M. Grilli)
  8. L’orologio precisissimo (R. Bonfadini)
  9. Abbracciami (P. Milzani, A. Ruggiero - L. Ferrario, M. Grilli)
  10. L’aviatrice (P. Milzani, A. Ruggiero - S. Pozzoli)
  11. Nel silenzio che c’è (P. Milzani, A. Ruggiero - L. Ferrario, M. Grilli)
  12. Cose per bambini (F. Betti - P. Milzani)

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Per molti artisti, Sanremo è un punto d’arrivo, la meta sognata, un traguardo. Per Antonella Ruggiero è solo una tappa. È sempre stato così, anche quando saliva sul gradino sommo (E dirsi ciao) o appena più sotto (Amore lontanissimo), incantando l’Ariston (qualcuno può dimenticare Vacanze romane?) con quella voce fuori dal tempo, sospesa, capace di arrampicarsi sulle note più alte e scendere dentro ognuno di noi. Il festival più importante, per un’artista che ha iniziato la sua parabola nei primi anni Settanta, è quello delle emozioni che si scatenano nell’arco lungo di un cd, non nello spazio breve di una sola canzone. E le emozioni, nel nuovo lavoro intitolato semplicemente Antonella Ruggiero, accarezzano ogni passo del percorso.

Antonella Ruggiero è un disco deliziosamente pop, che accantona, ma solo temporaneamente, la strada maestra intrapresa negli ultimi anni. “Dopo Luna Crescente (Sacrarmonia) e la Medea al Teatro La Fenice di Venezia, su musiche di Adriano Guarnieri, uno fra i più interessanti compositori contemporanei, era forse logico attendersi da me un disco di altra natura. Ma, in ogni artista, convivono più anime, e quella leggera, stavolta, ha prevalso. Del resto, non ho mai voluto allontanarmi del tutto dalla forma canzone”. Così, per assecondare questa voglia antica e nuova, Antonella Ruggiero e Roberto Colombo hanno estratto dal cassetto alcuni provini realizzati nel 2000, selezionando 18 canzoni in fase già avanzata. Un’ulteriore scrematura ha portato a individuare i 12 brani che compongono l’album. Un album che, fin dal primo ascolto, si rivela sorprendente e affascinante.

“Mi piace considerarlo come una breve storia della musica leggera italiana che va dagli anni Sessanta agli Ottanta. La musica che ascoltavamo alla radio e che vedevamo alla televisione. Un percorso a ritroso, dove prevalgono ricordo e memoria, ma non nostalgia”.

Le 12 canzoni, tutte originali (dunque, nessuna cover di brani dell’epoca), attraversano uno spettro sonoro incredibilmente vario, dalle atmosfere di Studio 1 al progressive delle Orme, da Love Boat al maestro Canfora, senza ansia di citazione, ma con la voglia di ricreare un piccolo mondo antico, una lingua perduta delle gru. Il suono non è mai attualizzato con l’elettronica, solo con sintetizzatori monofonici e suadenti organi Hammond.

Antonella Ruggiero è racchiuso tra gli estremi della favola e del divertissment. La prima canzone, Il bravo giardiniere, ricorda le vecchie sigle televisive o le fiabe sonore degli anni Sessanta. “Quando canto: ‘Sai che tutte le storie iniziano con c’era una volta..’, voglio ribadire che lo spirito infantile deve sopravvivere anche in questi anni di follia”. Il brano che chiude l’album, Cose per bambini, è una marcetta-filastrocca che, fin dal titolo, rimanda al periodo del Mago Zurlì.

Altre sorprese e altri mondi di sviluppano all’interno del disco: Il serraglio mescola effetti sonori da Parco Lambro a ritmi da vecchia discoteca, con brevi bagliori di sapore Weather Report. Il quartetto d’archi offre una breve “comparsata”, in attesa di diventare preponderante dal brano successivo, E ti ritrovo, dalla splendida linea melodica. Idea gentile è condotta a tempo di rumba e rievoca la rappresentazione occidentale dei suoni dell’America Latina. Come ricorda Roberto Colombo, “le nostre orchestre rileggevano quei ritmi con la sensibilità europea, non copiando, ma intepretando. Durante le registrazioni, ripensavo alla mitica Orquesta Aragon, ensemble cubano che, verso la metà degli anni Cinquanta, utilizzava gli archi al posto dei fiati”.

Lo straordinario viaggio di Antonella Ruggiero prosegue con E direi che non c’è, un piccolo capolavoro di lirismo puro, con un’interpretazione vocale perfetta (ma dov’è la novità?) su un testo bellissimo. L’essenzialità possiede un taglio cinematico e due intermezzi strumentali (uno di clarino, l’altro di chitarre e orchestra); L’orologio precisissimo pare una tenera cartolina al maestro Cinico Angelini; Abbracciami lega Perez Prado a un ritornello quasi pucciniano; Nel silenzio che c’è ha una coda progressive anni Settanta che fa pensare alle Orme. Splendida L’aviatrice, dedicata ad Amelia Earhart, la prima donna che ha trasvolato l’Atlantico: il ritmo non è però nell’aria ma sull’acqua, perché evoca le canzoni da crociera, con tanto di coretti alla Trio Lescano in sottofondo. E magistrale è Di un amore, la canzone sanremese scritta da Antonella Ruggiero (co-autrice di quasi tutti brani, con Paolo Milzani) e Antonio Volpe, ex-cantante dei Balkan Air, un gruppo di Bologna con cui Antonella aveva cantato Luna silvana, dal loro album Anni nel caos, nel 1994.

Prezioso l’apporto della formazione d’archi, la USO (Unbalanced Session Orchestra), un’estensione dell’Arkè Quartet (presente ne Il serraglio e nella recente attività concertistica di Antonella). Registrato a Milano e Mantova, prodotto da Roberto Colombo, arrangiato dallo stesso Colombo e da Carlo Cantini per la tessitura degli archi, Antonella Ruggiero è l’ennesimo gioiello di famiglia. Semplice, essenziale, ma superbamente delicato o, forse, superbo e basta.


Credits
Prodotto da Roberto Colombo
Arrangiato da Roberto Colombo
Orchestra arrangiata da Carlo Cantini, diretta da Roberto Colombo
Registrato da Massimo Faggioni, studio “registrazioni moderne”
Orchestra registrata da Massimo Faggioni, studio “Digitube”
Fisarmonica registrata da Domenico Di Gregorio, studio “Musicomania Digital Studio”
Mixato da Roberto Colombo e Massimo Faggioni, studio “registrazioni moderne”
Mastering di Antonio La Rosa, New Profile Studio
Foto: Babic
Progetto grafico: Antonio Cecchetti & Fulvio Petri
Musicisti
Carmelo Isgrò Basso
Luca Colombo Chitarra
Ivan Ciccarelli Batteria e percussioni
Roberto Colombo Organo e sintetizzatori
Carlo Cantini Violino (in “Nel silenzio che c’è”)
Renzo Ruggieri Fisarmonica (in “Parlami di te”)
Paolo Milzani Chitarra 12 corde (in “Il bravo giardiniere”)
Rudy Trevisi Clarinetto (in “L’essenzialità” e “Parlami di te”)
Arkè Quartet (in “Serraglio”)
USO – Unbalanced Session Orchestra